Gli interventi progettati e finanziati dal PNRR posso considerarsi le prime post progettuali ed esecutive di un disegno di più ampio respiro, meglio identificato fra gli addetti ai lavori nel sistema acquedottistico dell’Anello dei Sibillini.
Il territorio italiano ed in esso quello dell’Italia Centrale è sottoposto a periodi di siccità sempre più frequenti, con un tempo di ritorno prossimo ai cinque anni, che producono, come primo effetto, crisi idriche prolungate che mettono a dura prova l’attività dei gestori, ma soprattutto sono causa di disagi alla popolazione che subisce razionamenti ed interruzioni dell’erogazione idrica. Questa criticità, generalizzata in gran parte d’Italia, è particolarmente preoccupante nell’area della Regione Marche Sud soprattutto per due specifiche ragioni:
gli acquedotti dei territori delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata attingono principalmente da sorgenti montane ubicate nei Monti Sibillini all’interno del Parco che risentono direttamente degli effetti climatici, essendo la produzione idrica direttamente dipendente dalle precipitazioni atmosferiche, sia nevose che fluviali;
il terremoto del 2016 ha modificato gli equilibri idrodinamici del territorio incidendo in alcuni casi pesantemente sulle portate idriche disponibili per gli usi idropotabili.
La sistematicità dei fenomeni meteorologici e le criticità del territorio sottoposto ad eventi sismici che si ripetono con intensità significative almeno ogni 20 anni, impone la necessità di affrontare in modo strutturale il problema della sicurezza acquedottistica, intesa sia dal punto di vista infrastrutturale, sia sotto il profilo della costanza e della funzionalità dell’erogazione idrica.
È necessario quindi intervenire sia sulle fonti di approvvigionamento, sia sulle infrastrutture esistenti per generare “iperstaticità” acquedottistiche che consentano una flessibilità gestionale in grado di escludere, o almeno ridurre sensibilmente nel tempo, il rischio di interruzione dell’erogazione idrica alle utenze.
In tale ottica torna utile quanto previsto dalla Legge 11.2.2019 n° 12 (GU n° 36 del 12-2- 2019) di conversione del Decreto Legge 14 dicembre 2018, n. 135 il cui art. 11 quater “Disposizioni in materia di concessioni di grandi derivazioni idroelettriche” prevede testualmente che: «1. Alla scadenza delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e nei casi di decadenza o rinuncia, le opere di cui all’articolo 25, primo comma, del testo unico di cui al regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, passano, senza compenso, in proprietà delle regioni, in stato di regolare funzionamento. 1-bis. Le regioni, ove non ritengano sussistere un prevalente interesse pubblico ad un diverso uso delle acque, incompatibile con il mantenimento dell’uso a fine idroelettrico, possono assegnare le concessioni idroelettriche a …… [omissis..]. In sostanza il decreto rimette in discussione le concessioni ENEL ed il loro utilizzo attribuendo alle Regioni il compito di valutarne la strategicità e la possibilità di uso per altri scopi e tra questi quello idropotabile è indubitabilmente primario.
L’utilizzo della risorsa idrica degli invasi artificiali, tra i quali vanno anche considerati quelli esistenti gestiti dal Consorzio di Bonifica, può essere quindi il “valore aggiunto” che può mettere in sicurezza l’approvvigionamento idrico dotandolo di quella “resilienza” necessaria per fronteggiare con maggiore efficacia i ripetuti fenomeni di siccità che si prospettano per il futuro.
Al potenziamento dell’approvvigionamento si dovrà affiancare un sistema infrastrutturale integrato che metta in rete i sistemi idrici esistenti e permetta una ridondanza distributiva in grado di utilizzare razionalmente la risorsa idrica disponibile ripartendola tra tutti i sistemi idrici interessati con l’obiettivo di assicurare nel tempo e nello spazio il servizio idrico a favore di tutta la Comunità.
Alla luce di quanto esposto, l’Anello acquedottistico dei Sibillini ha la finalità di collegare idraulicamente le reti acquedottistiche degli ATO 3, 4 e 5, garantendo il bilancio idrico in presenza di diversi scenari di disponibilità della risorsa idrica e di variabilità dei consumi. Lo scopo principale è di sopperire, attraverso il collegamento, alle carenze di portate che potrebbero verificarsi nel territorio dei tre ATO a causa del sisma o di periodi di siccità.
Con il presente progetto si cerca quindi di eliminare le condizioni critiche esistenti dello stato attuale in un territorio che presenta condizioni morfologiche e strutturali molto accidentate.
Nell’ambito della redazione del precedente Progetto di Fattibilità Tecnico ed Economica dell’intervento si è definito il funzionamento idraulico del sistema acquedottistico di interconnessione dei 3 ATO. Il progetto generale, già a livello di PFTE, è stato suddiviso in stralci funzionali, la cui esecuzione è prevista mediante la procedura di gara dell’Appalto integrato. Tale procedura prevede che la gara di appalto venga bandita sulla base di un progetto definitivo.